sabato 28 maggio 2011

L'ora di pietra

AUTORE: Margherita Oggero
GENERE: Romanzo di formazione

TRAMA:

I suoi primi tredici anni Immacolata, per tutti Imma, li ha vissuti in un paese del profondo Sud dove la legge è quella dettata dal boss locale e le donne sono diritto degli uomini. Testimone, non vista, di un terribile delitto, Imma cresce cercando di dominare la propria indole selvatica e indipendente. In seguito a un suo gesto di coraggiosa ribellione, la famiglia decide di mandarla al Nord nascondendola a casa di una zia sconosciuta. Imma si trova allora a fare i conti con la ragazza che non si era accorta di essere, con la donna che vuole diventare... Nelle lunghe ore solitarie tra le mura dell’appartamento della “zia scaduta”, dietro la finestra, unico contatto col mondo, aspetta la magica ora di pietra, in cui tutto sembra fermarsi e la verità delle cose si rivela nel silenzio. Ma la vita vera non si ferma ed è solo violando la sua prigione che Imma conoscerà il giovane venditore di libri usati e la più meravigliosa delle evasioni: seguendo con trepidazione le vicende di Anna Frank, quelle di Michele Amitrano – il protagonista di Io non ho paura – o di Oliver Twist, Imma troverà ancora una volta il coraggio per un gesto di libertà...

INCIPIT:

La zia non è buona nè cattiva, più che tutto è scontenta e qualche volta arrabbiata.Io non so come sono, so soltanto che vorrei non essere io ma un’altra persona e avere un’altra vita. oppure non averla avuta, perchè prima, cioè prima di nascere, non si sta male, non si sta e basta. Quando mi metto a pensare a queste cose mi viene la gola stretta e voglia di piangere, però non piango perchè non serve, mi metto invece seduta dietro la finestra che dà sulla via e guardo giù. intanto il tempo passa.
La via è abbastanza larga, e dal terzo piano riesco a vedere più di mezza strada e il marciapiede di fronte. Vedo anche, si capisce, le facciate di quattro case, con le finestre e i balconi. I balconi hanno le ringhiere mangiate dalla ruggine e sono pieni di piante in vaso.
Piante finte, con i rami un po’ rotti e coperte grassa, comprate dai cinesi, tutte uguali con le foglie venate di rosso, larghe e lunghe. Stanno contro le ringhiere a fare siepe, ma di sera vengono spostate, tutta una foresta di piante che si muovono, così i padroni con le parabole satellitari nascoste dietro i vasi possono prendere programmi tv dei loro Paesi.
Si, perchè in questa strada di periferia ci vivono quasi solo immigrati, soprattutto dall’Africa, neri e arabi, oltre alla zia scaduta, che immigrata lo è pure lei, anche se da più vicino e, con lei, io.
La parabola lei non ce l’ha, dice che ce l’aveva una volta, ma era di seconda o terza mano e la tele si vedeva un po’ si e un po’ no, così la buttata nel cassonetto insieme con le piante dei cinesi.
Il fatto è che, per prendere bene i programmi dal satellite, l’antenna andrebbe messa tutta all’esterno, ma è vietato e i vigili se la vedono danno la multa e la fanno togliere. Dalla parte del cortile non serve metterla, perchè lì il segnale non arriva, sul tetto invece sì, ma il padrone di casa non vuole e poi bisognerebbe anche chiamare un antennista che costa tanto. 
A me della tele non mi importa granchè, mase anche mi importasse farebbe lo stesso, perchè alla sera la zia i programmi li sceglie lei e di giorno, quando va a lavorare, si porta dietro il telecomando così, dice, non guardo delle schifezze che poi mi rovinano la testa.
Dice così, ma io so che è per non spendere troppo nella bolletta della luce, infatti in casa le lampadine nel soggiorno angolo cottura sono svitate una si e una no e nello sgabuzzino dove dormo io c’è solo un piccolo neon che da una luce ghiacciata da frigo. Nella sua stanza invece c’è una lampada sul comodino da notte e quella ha una lampadina forte, ma non la accende mai perchè, non tirando giù tutta la tapparella, la luce della strada le basta per svestirsi. Dopo, come mette la testa sul cuscino, si addormenta subito perchè il notaio la manda di qua e di là tutto il giorno a fare la coda negli uffici e alla sera è stanca da morire, dice.
Stanca è stanca, ma il sonno le viene subito perchè prende le gocce. Forse non è tanto buona e anche un po’ bugiarda. E il telecomando forse se lo prende per dispetto, per vendicarsi del fatto che mi hanno portata qui.


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