lunedì 9 maggio 2011

Un Giorno

AUTORE: David Nicholls
GENERE: Romanzo Sentimentale

TRAMA:
È l'ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un'epoca. Ormai si sentono adulti e indipendenti, hanno davanti a sé l'intera vita, da afferrare a piene mani. Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, il giorno successivo lasceranno l'università. Dopo una serata di grandi bevute sono finiti a baciarsi con passione, e poi tra le lenzuola. Ora sono lì, l'uno accanto all'altra, nell'alba di una vita nuova. Quel giorno, il 15 luglio 1988, Dexter e Emma si dicono addio per la prima volta. Le loro strade si separano, lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza. Emma non ha soldi, ha bisogno al più presto di un lavoro, e sogna di cambiare il mondo. Emma si sposterà a Londra, farà la cameriera in un pessimo ristorante messicano e prenderà due decisioni importanti: diventare insegnante e andare a vivere con il suo ragazzo, Ian, un comico che non riesce a strappare una risata. Nel frattempo Dexter, grazie alla sue conoscenze e alle possibilità economiche, entra nell'industria dello spettacolo. Presenta un programma televisivo di dubbio gusto, assieme a una donna con cui si trova a uscire fin troppo spesso. È diventato dipendente dalle droghe, dal sesso facile e dalle celebrità di terza categoria che frequentano il suo mondo. Ma ogni 15 luglio c'è un momento speciale per entrambi: dove sarà Emma, cosa farà Dexter? Per venti anni, in quel giorno, si terranno in contatto. Nel corso di venti anni, ogni anno, per un giorno, saranno di nuovo assieme...

INCIPIT:
IL FUTURO

VENERDì, 15 LUGLIO 1988
Rankeillor Street, Edimburgo

“La cosa più importante per me è segnare sempre una differenza” disse lei. “Insomma, cambiare qualcosa, capisci?”.
“Tipo “cambiare il mondo”?”
“Non tutto il mondo. Soltanto il piccolo pezzo di mondo intorno a noi”.
Rimasero in silenzio per un momento, raggomitolati l’uno contro l’altra sul letto ad una piazza, poi si misero a ridere piano: mancava poco all’alba. “Ho detto così? Non ci posso credere” borbottò lei. “Suona ridicolo, vero?”.
“Un po’, francamente”.
“E’ che cerco di essere spirituale!Tento di elevare la tua lercia anima per la grande avventura che ti aspetta”. Si girò per guardarlo neglio occhi. “Anche se forse non ne hao bisogno. Mi sa che il futuro è già scrittto. probabilmente hai da qualche parte un diagramma con i tracciati già bell’e pronti”.
“Magri!”.
“Allora cosa farai? Qual è il tuo programma con la P maiuscola?”.
“Bè, i miei genitori stanno per venire a prendere la mia roba per scaricarla da loro, dopodichè mi fermo un paio di giorni nel loro appartamento londinese, mi vedo con un po’ di amici, infine la Francia...”.
“Carino...”.
“Poi magari la Cina, per vedere com’è fatta, e infine mi fiondo in India, viaggio un po’ da quelle parti...”
“Viaggiare” sospirò lei. “Capirai...”.
“ Cosa c’è che non va?”.
“Assomiglia tanto ad una fuga dalla realtà”.
“Mi sa che la realtà è sopravvalutata” fece lui, sperando di apparire ombroso e carismatico.
Emma tirò su con il naso. “Beati quelli che se lo possono permettere. Non basterebbe dire “Per due anni sono in vacanza”? In fondo è lo stesso”.
“Perchè viaggiare allarga i proprio orizzonti...”disse, sollevandosi su un gomito e, la baciò.

"Se è per questo, mi sembra che sei già di vedute fin troppo larghe" disse e si girò dall'altra parte, almeno per un attimo. Si sistemarono di nuovo sul cuscino. 
"Comunque, non intendevo cosa farai da qui ad un mese, pensavo ad un futuro lontano, quando avrai, chissà...". prese tempo, come se volesse evocare un'idea balzana, quasi una quinta dimensione. "...una quarantina d'anni. Come vorresti essere allora?".
"Quaranta?". Anche a lui il concetto sembrava astruso.
"Boh. Se rispondo "ricco", esagero?".
"Sei davvero così superficiale?".
"D'accordo, diciamo "famoso" allora.". Cominciò a strofinarle il naso sul collo. "E' da malati, vero?".
"Altrochè, è....eccitante".
""Eccitante!"". Stava imitando la sua voce, il leggero accento dello Yorkshire, per farla sembrare una sciacquetta.
Lei era stufa marcia di ragazzi snob che le facevano il verso, come se un accento potesse suonare curioso e strambo, e una volta di più provò per lui un brivido rassicurante di repulsione. Si scostò con un'alzata di spalle, finendo con la schiena contro il muro gelido.

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