sabato 30 aprile 2011

Se solo fosse vero

AUTOREMarc Levy
GENERE: Romanzo sentimentale

TRAMA:
Una sera d’inverno, a San Francisco, Arthue e Lauren fanno la loro conoscenza...Arthur è un giocane architetto che ha appena trasloccato in un nuovo appartamento. laureen, trentenne, un tempo faceva il medico, mentre ora è un fantasma fuggito dal suo corpo che giace in come in un letto di ospedale. Un fantasma di quelli che di solito non si vedono, passano attraverso le porte e non riescono a comunicare con nessuno. Ma per uno strano scherzo del destino, Arthr vede benissimo Lauren, e può sentirla parlare, ridere e raccontare, al punto da innamorarsene alla follia. Così, proprio quando il sentimento sbocciato tra i due si trasforma in un legame profondo, in un amore struggente e totalizzante, i medici decidono che per quella bellissima ragazza, vittima di un tragico incidente, è giunto il momento di staccare il respiratore.

INCIPIT:
Estate 1996.

La piccola sveglia sul comodino in legno chiaro suona. Sono le 5.30, e la camera da letto è inondata da una luce dorata come solo l’alba di San Francisco sa creare.
Tutta la casa è immersa nel sonno. Kali, la cagna, sta sdraiata ai piedi del letto sul tappeto, Lauren seppellita sotto il piumino nel bel mezzo del letto.
L’appartamento di Lauren sorprende per la tenerezza che emana. All’ultimo piano di una casa in stile vittoriano su Green Street, è composto da un salotto con cucina all’americana, uno spogliatoio, una grande camera da letto e un bagno con finestra. Il pavimento è in legno a doghe larghe, quelle del bagno sbiancate e riquadrate a scacchi neri dipinti a stencil. I muri bianchi sono ornati da vecchi disegni scovati nelle gallerie di Union Street, il soffitto è bordato d una modanatura in legno, finemente decorata dal lavoro di un esperto intagliatore d’inizio secolo, che Lauren aveva fatto risaltare con un color caramello.
Alcuni tappeti di cocco, bordati di juta beige delimitano gli angoli del salotto, della sala da pranzo e del corridoio.
Di fronte al camino un grande divano di cotone grezzo invita a sedersi comodamente. I pochi mobili sparsi qua e là sono dominati da tre graziose lampade esaltate da paralumi plissettati, acquistate nel corso degli ultimi tre anni.
La notte era stata breve. medico del San Francisco Memorial Hospital, Lauren aveva dovuto prolungare la guardia ben oltre le abituali 24 ore, a causa dell’arrivo delle vittime di un grande incendio. Le prime ambulanze erano spuntate dieci minuti prima della fine del suo turno e Lauren si era impegnata immediatamente, senza nemmeno aspettare lo smistamento dei primi feriti verso le diverse sale visita, sotto gli sguardi disperati della sua equipe. Con metodo degno di un virtuoso, auscultava in pochi minuti ogni paziente, gli attribuiva un'etichetta colorata che rendeva immediatamente visibile la gravità della situazione, redigeva una diagnosi preliminare, ordinava i primi esami e inviava i barellieri verso le sale appropriate. lo smistamento delle sedici persone arrivate tra mezzanotte e mezzanotte e un quarto terminò così a mezzanotte e mezza precise, e i chirurghe, richiamati per l'emergenza, cominciarono a operare a mezzanotte e tre quarti.

Luren aveva assistito il dottor Fernstein nel corso di due operazioni successive e non ritornò a casa se non dopo l'ordine formale del medico che le aveva fatto notare come la fatica cominciasse a influire sulla sua attenzione e a mettere in pericolo la salute dei pazienti.
Nel cuore della notte lasciò il parcheggio dell'ospedale alla guida della sua Triumph, rientrando a casa a tutta velocità attraverso le strade deserte. "Sono troppo stanca e guido troppo in fretta", continuava a ripetersi per lottare contro il sonno, ma il pensiero di ritornare alle urgenze come paziente bastava a tenerla sveglia.

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